America: Hearts

 

 

Uscito il/nel: Febbraio 1975 

Etichetta: Warner Bros. 

Numero di catalogo: wpcp-4497
Durata: 38' 50" 

 

Tracce:

LATO A

01. Daisy Jane (Gerry Beckley)

02. Half A Man (Dan Peek)

03. Midnight (Dewey Bunnell - Gerry Beckley)

04. Bell Tree (Gerry Beckley)

05. Old Virginia (Dan e Catherine Peek)

06. People In The Valley (Dewey Bunnell)

LATO B

01. Company (Dewey Bunnell)

02. Woman Tonight (Dan Peek)

03. The Story Of A Teenager (Dan Peek - Gerry Beckley)

04. Sister Golden Hair (Gerry Beckley)

05. Tomorrow (Dan Peek) 

06. Seasons (Dewey Bunnell) 

Singoli:
Sister Golden Hair/Midnight (#1 il 14 Giugno 1975)
Daisy Jane/Tomorrow (#20 nel Maggio del 1975)
Daisy Jane/Woman Tonight (non entrerà in classifica)
Woman Tonight/Bell Tree (#44 nel Gennaio 1976)


Dopo il semiflop di Hat Trick la band si è affidata al mostro sacro George Martin, ex produttore dei Beatles, ed in effetti il successivo Holiday ha immediatamente riproiettato i tre nella top ten.
Martin ha già ottenuto quanto voleva ma, ovviamente, non gli basta: è intenzionato a fare degli America “i Beatles degli anni ‘70” - come dichiarerà apertamente in un’intervista - per cui, con Tin Man al quarto posto in classifica ed un breve tour di sedici date, rispedisce il trio in studio per un nuovo album.
Dopo aver recuperato il bassista David Dickey, per creare con Willie Leacox una sezione ritmica solida e stabile da usare in studio e sul palco, si parte alla volta di Sausalito, California, méta i Records Plant Studios.
George affitta appartamenti confortevoli e solari, il clima della baia di Frisco è piacevole anche in Gennaio e il profumo del successo è ancora fresco: sembrano esserci tutti i presupposti per bissare i fasti del disco precedente e forse anche qualcosa in più.
Il produttore britannico inoltre è scaltro, competente, musicista di enorme talento ed arrangiatore camaleontico, capisce che il perfezionismo deve cedere una fetta all’impatto sonoro, sa che le nuove tecniche multitraccia sono un alleato prezioso e le sfrutta sapientemente per far rendere al meglio il trio.
Già da Daisy Jane, che apre l’album, si capisce chiaramente che non sarà un disco di transizione. Scritta da Gerry nel suo cottage in Sussex, Inghilterra, inizia con una cassa che ricorda il battito di un cuore ed ha la stessa struttura ripetuta due volte con una leggera modifica nel testo inoltre c’è un break di violoncello suonato dallo stesso George Martin: non tradirà le attese e sarà il primo singolo ad entrare nella top 20.
In Half a Man, scritta da Dan, si può cominciare a notare la vena “orchestrale” di Martin, con la chiusura di fiati ed i notevoli cori di Venetta Fields, Clydie King e Jessica Smith.
Midnight vede la prima collaborazione in assoluto, dopo ben cinque dischi, tra Gerry e Dewey. Ed è uno splendido ritorno al “simbolismo illogico”, frasi che hanno un senso solo nella mente degli autori ma che ognuno di noi può interpretare liberamente, creando immagini secondo la propria fantasia.
Bell Tree è semplice e concisa con una progressione armonica interessante ed un ponte di fattura pregevolissima mentre il sodalizio Dan & signora si ripropone, dopo il successo di Lonely People, per una delicata Old Virginia impreziosita da un inusuale flauto traverso.
People In The Valley è una riflessione sulla frenesia della vita moderna e chiude la facciata A.
Con Company Dewey ricostruisce una versione introspettiva di Ventura Highway e forse può essere ricondotta ai primi anni del gruppo ma la cosa più strana immortalata su nastro è Woman Tonight.
Il pezzo è un curioso mix tra un reggae, nella strofa, ed un tempo in battere nel ritornello: Dan ci spiega come nasce…

Ho scoperto il reggae mentre lavoravamo a Londra con George. Sulle prime pensavo: “questa è la cosa più strana che abbia mai sentito” ma pensavo anche che sarebbe stato un diversivo così ho fatto un tentativo  di  creare  un reggae  “bianco”.  In effetti è stata una cosa che ha preso tutti noi. (da Highway Highlights)

L’esperimento riesce ed il brano viene proposto come lato B di Daisy Jane senza suscitare interesse ma quando si decide di farne un singolo entra in classifica al 44esimo posto.
The Story Of a Teenager viene scritta da Gerry e Dan per l’omonimo film ed il testo è piuttosto pragmatico dovendosi adattare alla trama della pellicola tuttavia fa da apripista a qualcosa di davvero speciale…
In effetti c’è una canzone che gira da un po’ in sala prove ma non era ancora pronta per Holiday, Gerry insiste sul brano, liberamente ispirato, quantomeno dal punto di vista della costruzione, a My Sweet Lord dell’amico George Harrison. L’odore di America, quelli veri, comincia a pervadere i solchi del vinile. Nessun arrangiamento orchestrale, fiati ed archi stanno fuori dalla porta. Il biondino ha modo di confrontarsi con se stesso e, guarda caso, ci riesce. Le orecchie sono riempite dalle armoniche ricche della 12 corde, i nervi reagiscono allo stimolo elettrico, il cervello è svuotato da una poesia cruda e disarmante, gli occhi si perdono all’orizzonte di un’ esaltata California. Non manca niente, la fusione tra estetica, ritmo e sensazioni è completa.
Sister Golden Hair compare nella top 40 in Aprile ma comincia presto a scalare posizioni. I ragazzi stessi seguono freneticamente la classifica, al comando della quale si trova saldamente John Denver con la sua Thank God I’m A Country Boy, un classico del western, ma dall’inizio di Giugno arriva la svolta e le vendite aumentano in modo esponenziale. La mattina del 14 Gerry sta nuotando davanti ad una spiaggetta isolata di Honolulu, dove è prevista l’ultima data del tour primaverile, ma il silenzio di quel momento è rotto dall’urlo del co-manager Harlan Goodman: “Hey, it’s #1!”.
Tomorrow fa prendere una pausa all’ascoltatore e la ballata ecologista Seasons con un’ouverture di tromba in sordina serve quasi da sigla di chiusura.
Il successo di
Hearts, al di là di un grande 4° posto in classifica, ne fa a buon diritto una pietra miliare del rock, uno dei dischi che non possono mancare nella collezione di chi ama questo genere.
 

Forse non sapevate che...

Esiste una versione dell’album per il mercato giapponese comprendente Simple Life, un brano scritto per la pubblicità di un’omonima casa d’abbigliamento che venne usato in uno spot pubblicitario che aveva come protagonista l’attore Peter Fonda…

Lo stesso brano venne commercializzato, sempre in Giappone, come singolo in due diverse edizioni: la prima vide Lonely People sul retro mentre il lato B della seconda era (udite, udite…) A Horse With No Name

Venne incisa una versione in spagnolo di Sister Golden Hair, intitolata Con Tu Pelo Tan Dorado ed è cantata dallo stesso Gerry Beckley. Lanciata sui mercati messicani, spagnoli e sudamericani fu riproposta in un tribute album del 1999 intitolato Honored vol. 2

Sempre in Sister Golden Hair, la frase “will you meet me in the air” è stata scritta in realtà da… Jackson Browne! Mentre la band ed il grande songwriter erano in tour insieme avevano l’abitudine di cantare nel backstage l’uno le canzoni dell’altro e viceversa. La frase originale era “will you meet me in VA” (abbreviazione che indica lo stato della Virginia) ma Jackson capì male e venne fuori con quella linea: Gerry sentì che suonava meglio e decise di tenerla…

Benché per motivi di diritti d’autore porti la firma di Dan Peek, Tomorrow fu scritta in realtà da suo fratello Tom. Bisogna aggiungere però che a Dan spetta il merito degli arrangiamenti…

Al film “The Story Of A Teenager”, per il quale venne scritto il brano omonimo, fu cambiato il titolo, poco dopo, in “Jim, The World’s Greatest”. La pellicola, diretta da Craig Mitchell e Don Coscarelli, trattava di un ragazzo dall'adolescenza difficile ed aveva come protagonista l’attore Gregory Harrison… 

FEDE

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